Pane e Pomodoro è tornato! Festeggiamo con Mediterranea Belfiore: Ruote fritte al pomodoro dolce

Io non so come nè perchè ma la vita scorre via troppo in fretta e il tempo sfugge dalle mani sempre più. Il trasloco nella nuova casa doveva dare nuovo sprint alla mia passione per la cucina, alla voglia di provare nuovi sapori e abbinamenti. Di fatto invece, i lavori che inesorabilmente si sono aggiunti mi hanno portato lontano dai miei maggiori interessi facendomi trascurare alcune delle cose a cui tenevo di più, una delle quali questa mia “creatura”. Non è passato giorno in cui la mia mente non tornava almeno una volta qui, ma fare la foodblogger, molti di voi lo sapranno, non è impegno da poco: cucinare, impiattare, fotografare, essere presente con le persone che seguono il blog, tenersi informati e, non da ultimo, immaginare nuovi piatti porta sicuramente il suo bel daffare e richiede impegno, dedizione e, ahimè, tempo!

Ecco che allora ho deciso che era tempo di una pausa, che in quel momento avrei dovuto concentrarmi su altro ma che prima o poi sarei tornata.

18876_1360559695718_6988724_n

L’occasione si è presentata con l’apertura del nuovo contest della “Mediterranea Belfiore” per me diventato un appuntamento fisso ogni anno, al quale non posso rinunciare, vuoi perchè conosco i loro prodotti, vuoi per l’affetto che ormai mi lega con le sorelle Ciarlo. Quest’anno poi la sfida si presenta davvero interessante e, se ad un primo approccio può sembrare una sfida banale e semplice, leggendo il regolamento si capisce che invece è veramente difficile poichè gli ingredienti concessi sono ben pochi e ovviamente il pomodoro deve avere un ruolo principale. Il tema è Pomodoro e Pasta 2.0 Come fare dunque per non risultare banali e cercare di non andare fuori tema? L’unica cosa, ho pensato,  è giocare su consistenze e/o cotture. Ecco che, dopo giorni e giorni di elucubrazioni mentali (esagerata che sono!) ho avuto l’illuminazione ed ho ideato questo simpatico finger food, infondo la pasta non è detto che debba essere per forza un primo piatto!

Ruote_05

Ingredienti per 4 persone:

  • 250 g di polpa di pomodoro Freschissima Mediterranea Belfiore
  • 12 ruote di pasta (meglio però un po’ di più per l’assaggio e per sicurezza)
  • 2 cucchiai di farina di mais fioretto
  • olio di semi di arachidi q.b.
  • sale q.b.
  • 2 cucchiaini di zucchero
  • 2 cucchiai di olio EVO
  • 1 spicchio di aglio

Procedimento:

In un pentolino mettere l’olio EVO a scaldare con lo spicchio di aglio, quindi unire la polpa di pomodoro Freschissima Mediterranea Belfiore e salare leggermente. Quando comincerà a bollire, abbassare la fiamma e unire lo zucchero. Lasciar cuocere una decina di minuti.

Nel frattempo mettere sul fuoco una pentolino con dell’acqua. Quando bollirà salarla quanto basta e versarvi le ruote di pasta. Farle cuocere al dente, quindi, dopo averle scolate, passarle una ad una nella farina di mais fioretto. Scuoterle bene per togliere ogni eccesso e versarle nell’olio di semi di arachidi che nel frattempo avrete scaldato. Friggerle rigirandole spesso quindi scolarle dall’olio in eccesso e metterle su un foglio di carta assorbente. Infilzare tre ruote i ogni stecchino di legno, versare la polpa di pomodoro dolciastra in quattro piccoli recipienti e servire immediatamente ad ogni commensale….. Il fritto si sa: è buono finchè è caldo!

Ruote_03

Grazie a tutti per avermi aspettata e per essere di nuovo qui con me!

Gli gnudi

 

 

 

Nella mia settimana vegetariana, il libro di Giulia Scarpaleggia si è rivelato veramente utile, soprattutto oggi che mia madre, un’esperta conoscitrice di erbe di campo, è tornata a casa con due borsoni pieni di queste foglie deliziose. Una faticaccia pulirle e lavarle e alla fine anche un po’ di delusione per il quantitativo ottenuto una volta cotte e strizzate: due pallette grandi poco più di due palle da tennis! Avremmo goduto davvero in pochi di questo cibo, ecco allora l’idea: provare una ricetta che da tempo mi ero ripromessa, gli gnudi, ancora un piatto povero della cucina Toscana. L’unione tra le erbe cotte e la ricotta è perfetta al palato, mentre altrettanto (ammetto la mia scarsa manualità) non si può dire della facilità nel formare queste “palline” essendo un impasto molto appiccicoso. Occorre pertanto una buona pazienza e al bando la paura di sporcarsi le mani. Il segreto sta nel dosare bene la farina per far si che gli gnudi si tengano insieme e allo stesso tempo non troppa per evitare che poi risultino troppo duri all’assaggio.Gnudi_01

Ingredienti per 6 persone:

  • 400 g di erbe di campo cotte
  • 250 g di ricotta di pecora
  • circa 200 g di farina 00
  • 40 g di parmigiano
  • 1 uovo
  • sale q.b.
  • scorza grattugiata di mezzo limone
  • burro
  • salvia

Procedimento:

Pulire, lavare e lessare le verdure. Una volta cotte, scolarle, farle raffreddare e strizzarle bene. Tritarle dunque in un cutter o robot da cucina. Unire la ricotta (meglio se l’avrete messa in un colino tutta la notte e posizionata in frigo in modo da togliere il maggior quantitativo di acqua), il parmigiano grattugiato, la scorza di limone grattugiata, metà della farina e l’uovo. Mescolare bene, quindi aggiustare di sale e se necessario aggiungere ancora farina, senza esagerare altrimenti cuocendo diventeranno troppo duri, ma in modo che asciughi un po’ l’impasto, tanto da renderlo lavorabile. Io ho proceduto in questo modo: con un cucchiaino ho prelevato un po’ di impasto e l’ho fatto cadere in un piatto in cui avevo messo un po’ di farina, quindi l’ho fatto rotolare nella mano formando una pallina, altrimenti non mi sarebbe stato possibile perchè è un impasto piuttosto appiccicoso. Man mano posizionarli su un vassoio ricoperto di carta forno. Quando saranno tutti pronti, immergerli in una pentola di acqua bollente salata e cuocerli finchè non verranno a galla.

Nel frattempo che cuociono, sciogliere il burro in una padella e farvi rosolare la salvia. Scolare gli gnocchi e rovesciarli in padella facendoli saltare velocemente.

Impiattare con un’abbondante grattugiata di parmigiano.

_1120173

Trofie al pesto di cavolo nero

Pesto di cavolo_01

Ogni volta che vado al mercato non resisto: i banchi pieni di verdure di tutti i colori mi chiamano e finisco sempre per venir via con buste piene di cime di rapa, spinaci, cavoli, carciofi, cicorie…..e si salvi chi può! Tornando a casa poi sono costretta a passare ore a pulirle prima di metterle in frigo e a decidere la destinazione di ognuna di esse. E spesso mi rendo conto di aver esagerato.

Questa volta nella busta ci è finito un bellissimo mazzo di foglie di cavolo nero. L’ho comprato convinta di farci una zuppa o meglio ancora il nostro bordatino, poi però, nel pomeriggio mi sono messa a sfogliare il libro di Giulia Scarpaleggia, alias Juls’ Kitchen “Cucina da chef con ingredienti Low Cost” e ho trovato una ricetta che ha subito stuzzicato il mio palato e ha dato un giusto significato al mio acquisto. Con pochi altri ingredienti che avevo in casa sono riuscita a mettere su un piatto davvero gustoso, sano, nutriente e anche veloce da preparare. Abituati al solito pesto, anche i miei hanno apprezzato molto ed ho quindi trovato un modo per fargli mangiare una verdura che non avrebbero apprezzato in altro modo!

Giulia aggiunge la pancetta a questa ricetta, io l’ho fatta rosolare a parte e aggiunta nei piatti dei miei familiari mentre per me l’ho omessa in quanto questa era la mia settimana vegetariana e ora che sono giunta a domenica devo confessarvi che sono stata molto brava e non sono mai caduta in tentazione! Vi dirò di più: mi sa che il mio proposito si allungherà di un’altra settimana, tanto domani è lunedì e devo tornare al mercato!

Gli ingredienti che vi lascio sono per quattro persone (li ho ridimensionati rispetto a quelli di Giulia), ma sicuramente vi avanzerà del pesto come è successo a me, perciò mettetelo in un bicchiere di plastica e congelatelo per un’altra occasione.

Pesto di cavolo_02Ingredienti per 4 persone:

  • 300 g di cavolo nero
  • 80 g di mandorle
  • 70 g di pecorino toscano
  • mezzo spicchio di aglio
  • sale
  • olio EVO
  • 400 g di trofie
  • 50 g di pancetta (facoltativa)

Procedimento:

Pulire il cavolo togliendo ad ogni foglia la parte centrale. Lavarle sotto l’acqua corrente. Metterlo in una pentola di acqua bollente leggermente salata, poi scolarlo e strizzarlo bene.

In un cutter frullare le mandorle insieme all’aglio e al pecorino, unire il cavolo che si sarà intiepidito e continuare a frullare aggiungendo abbondante olio. Regolare di sale.

Cuocere le trofie, meglio se nell’acqua servita a cuocere il cavolo così verranno sfruttate al massimo le proprietà di questo ortaggio. In una bowl mescolare il pesto con l’acqua di cottura della pasta per ammorbidirlo.

Rosolare la pancetta in una padella.

Scolare la pasta e condirla col pesto fuori dal fuoco. Unire in ultimo la pancetta se la si desidera.

 

Miniburger di soia da Emporio Ecologico

Hamburger veg_03

Tempo fa ho ricevuto un bellissimo pacco dono da Emporio Ecologico. Tanti buoni prodotti bio, alcuni prodotti che già conosco e utilizzo da tempo, altri di cui ignoravo l’esistenza. Tra questi ultimi, una confezione di Bioburger della Joannusmolen a base di soia, mandorle, nocciole e semi di girasole. Mi hanno subito incuriosito per la loro semplicità di esecuzione poichè basta aggiungere 250 ml di acqua alla polvere e dare la forma ai nostri burger.

Una foodblogger generalmente dovrebbe autoprodursi questi alimenti partendo magari da della soia in polvere e unendo via via gli altri ingredienti, ma quando una foodblogger è anche una mamma alle prese con cinque orari diversi di rientro a casa dei componenti della famiglia, avere a portata di mano questo tipo di alimenti ha un suo perchè.

Io li ho provati con dei panini bio (anch’essi già pronti, ahimè, ma potrete autoprodurli guardando anche qui, ricetta non vegana) e accostandoli con diverse verdure (insalata, pomodori e cicoria lessa) e con della maionese veg (che, sempre volendo, potrete autoprodurre frullando insieme 150 ml di olio di semi di girasole, 50 ml di latte di soia, 1 cucchiaino di aceto, 1 cucchiaino di senape, 2 cucchiai di succo di limone, mezzo cucchiaino di sale, 1 pizzico di curcuma). Nel frattempo vi consiglio di dare un’occhiata al negozio Emporio Ecologico, dove troverete tantissimi prodotti bio, sia per la tavola che per la vostra igiene personale.

Hamburger veg_01

Ingredienti per 10 piccoli burger:

  • 1 confezione di bioburger da 200 g
  • 250 ml di acqua
  • olio evo
  • panini da hamburger
  • maionese di soia
  • pomodori
  • insalata…

Procedimento:

Rovesciare il contenuto di una busta di bioburger with nuts in un recipiente, aggiungere l’acqua e mescolare bene. Formare col composto ottenuto i burger (ne verranno circa 10 piccoli, o 4 grandi). Potrete cuocerli in forno o in una padella antiaderente. Non occorre aggiungere sale. Quando saranno cotti (circa 2 minuti per lato) metterli in mezzo ad i panini con un filo di olio, un cucchiaio di maionese, una fetta di pomodoro e qualche foglia di insalata.

Hamburger veg_02

Cuori neri con la pappa

banner2015

Nonostante sia stato un anno un po’ così, anche a questo giro non voglio assolutamente perdermi il contest della Mediterranea Belfiore (in collaborazione con Poveri ma belli e buoni) perchè conosco bene i loro prodotti che utilizzo costantemente nella mia cucina e perchè ogni volta che vado nel negozio delle sorelle Ciarlo mi sento come a casa. Ecco quindi che quest’anno, appena venuta a conoscenza del tema del contest, ho pensato subito ai miei ravioli di pappa al pomodoro proposti oramai più di due anni fa a Chef on the Road, ma riadattandoli alla situazione, intanto per la forma: il cuore lo trovo davvero adatto in quanto è un po’ il simbolo di questa manifestazione ormai giunta alla sua terza edizione… In cucina con il cuore dunque, e io le ho prese sulla parola! Inoltre ho voluto giocare un po’ sui colori e sui contrasti inserendo il nero di seppia nell’impasto della sfoglia e adagiando i ravioli neri sulla crema bianca di cannellini, che essendo piuttosto neutra come sapore, esalta molto la pappa al pomodoro.

E poi… fra qualche giorno, è o non è San Valentino? E quindi non potevo essere più in tema di così!

Cuori neri_05Ingredienti per 6 persone (circa 5 ravioli a testa):

Per la pappa al pomodoro:

  • 300 g di Freschissima bio Mediterranea Belfiore
  • 3 cucchiai di olio EVO
  • 1 spicchio di aglio
  • la punta di un peperoncino piccante (facoltativo)
  • 100 g di pane toscano (ovvero pane non salato)
  • brodo vegetale q.b.
  • sale q.b.

Per i ravioli: 

  • 100 g di farina di grano Verna Bio
  • 1 uovo bio
  • 1 bustina di nero di seppia
  • 1 pizzico di sale

Per la crema di cannellini:

  • 100 g di cannellini già lessati
  • un filo di olio EVO

Cuori neri_02

Procedimento:

Cominciare a preparare la pappa al pomodoro che alla fine dovrà risultare non molto densa. Mettere sul fuoco l’olio con lo spicchio di aglio schiacciato e il peperoncino. Appena comincerà a soffriggere unite la Freschissima Bio Mediterranea Belfiore, salare e far insaporire 7-8 minuti, quindi unire il pane precedentemente tagliato a cubetti. Mescolare schiacciando il pane man mano che la cottura procede. Se necessario allungare con brodo vegetale fino a raggiungere la consistenza desiderata. Quando il pane si sarà amalgamato bene al sugo e sbriciolato, spegnere la pappa e lasciarla raffreddare.

Nel frattempo impastare la farina con l’uovo e il nero di seppia. Formare una palla e lasciarla riposare una ventina di minuti, quindi stenderla sottilmente col la sfogliatrice e tagliare i ravioli della forma e della dimensione desiderati. Mettere un cucchiaino di pappa al centro di ogni raviolo e richiuderlo sigillando bene i bordi (se necessario bagnarli appena con l’acqua).

Scaldare i cannellini nella loro acqua di cottura, aggiungere l’olio e aggiustare di sale. Frullare fino ad ottenere una crema.

Lessare i ravioli fino a che non verranno a galla.

Comporre il piatto: mettere un cucchiaio di crema di cannellini sul fondo del piatto, adagiarvi i ravioli, passare un filo di olio. Per guarnire utilizzare dei cubettini di pomodorini ricavati dai Filetti di pomodoro Bio Mediterranea Belfiore.

La pappa eventualmente avanzata, sarà buonissima la sera riscaldata. E’ un piatto della tradizione che adoro sia per la semplicità di realizzazione, sia perchè è un piatto di recupero degli avanzi, ma soprattutto perchè è gustosissima.

Cuori neri_03

Salame del re

Salame del re_03Da quando sono tornata a stare con mia madre la sfida è quella di domare il forno e per il momento lo ammetto, sta vincendo lui: la pizza non ne vuol saper di cuocere, i biscotti mi si bruciano e le torte sono crude al centro! Per non parlare di quando mi è rimasto dentro al forno un aggeggio di plastica che fondendosi ha regalato un aroma non proprio piacevole alla torta di mele! Un flop dopo l’altro insomma! Finalmente oggi però è stato benevolo e sono riuscita a cuocere uno dei dolci che fanno parte della mia infanzia, un confort food che preparavo sempre da piccola con la mia mamma (a quel tempo il forno era a gas e accanto avevamo una bellissima stufa a legna). La mia mamma, come questo dolce, ha origini umbre e proprio come lei il salame del re ha trovato casa in Toscana dove ha assunto nomi diversi, ma sempre quello è. Per la verità, ci sono versioni che prevedono, oltre allo strato di crema al cioccolato, anche uno strato di crema all’uovo. Io preferisco questa con solo cioccolato proprio perchè è quella che preparavamo sempre e oggi, riproducendo questo salame, voglio rendere grazie a mamma per quello che sta facendo in questo periodo per noi, ospitandoci a casa.

Salame del re_02

Ingredienti:

per il biscotto:

  • 4 uova
  • 120 g di zucchero
  • 200 g di farina 00
  • mezzo bicchierino di brandy
  • 1 cucchiaino di lievito per dolci
  • 1 bicchiere di Alchermes

Per la crema al cioccolato:

  • 80 g di cacao amaro in polvere
  • 60 g di farina 00
  • 80 g di zucchero semolato
  • 450 g di latte

Per la guarnizione:

  • Zucchero a velo a piacere

Procedimento:

In un pentolino mescolare il cacao amaro con gli 80 g d zucchero e gli 60 g di farina, cercando di rompere tutti i grumi. Aggiungere poco latte e mescolare ancora, quindi, quando si sarà formata una crema omogenea e senza grumi, unire il restante latte e accendere il fuoco. Cuocere continuando a mescolare fintanto che la crema non si sarà addensata (circa due minuti dall’inizio del bollore). Quindi spegnere e lasciar raffreddare.

In una terrina montare gli albumi a neve. Sbattere invece i tuorli in un’altra terrina con lo zucchero e il brandy fino a che non saranno diventati spumosi, quindi unire la farina mescolata al lievito e continuare a sbattere con una frusta. Aggiungere infine gli albumi mescolando con una spatola dal basso verso l’alto con delicatezza.

Ricoprire una teglia quadrata (io ne utilizzo una 26×37 cm) con carta forno e versarvi sopra il composto. Cuocere in forno a 180° per 15 minuti.

Bagnare un canovaccio e stenderlo sul tavolo, rovesciarvi sopra il biscotto di pan di spagna ancora caldo e togliendo la carta forno.

Bagnare con l’Alchermes su tutta la superficie, quindi distribuire sopra la crema di cioccolato e arrotolare il biscotto su se stesso partendo dalla parte più stretta e aiutandosi con il canovaccio. Mettere in un piatto e spolverizzare a piacere con zucchero a velo.

Salame del re_01

Happy birthday Ale! Lonza al caramello salato e salsa all’arancia e zenzero

 

10945352_1065152643510898_1570409237_n

E’ trascorso ormai troppo, troppissimo tempo dal mio ultimo post! Abbiate ancora pazienza: sono alla ricerca di un mio equilibrio (e qualcosa di più!), mettiamola così! Ora però non potevo proprio tirarmi indietro: l’occasione è il compleanno della paladina dei foodblogger italiani, colei che difende i nostri diritti e, insieme ad altre meravigliose persone, ha permesso a tutte noi di riunirci in un’Associazione, l’Aifb, col fine di definire meglio la nostra figura. Lei è Alessandra Gennaro dell’MTChallenge e questo è il regalo che vogliamo farle tutte insieme: rifare una ricetta tratta dal suo blog An Old Fashioned Lady e pubblicare il post tutte insieme.

Lonza_05

Io ho scelto questa Lonza di maiale al caramello salato con salsa all’arancia e zenzero perchè trovo che la carne di suino si accosti molto bene con la frutta (vedi anche le numerose ricette con prugne e mele) e mi incuriosiva molto provare il caramello salato. Devo ammettere che mentre la preparavo ero un po’ scettica: la salsa non mi si addensava per niente (così alla fine ho optato per togliere il coperchio in modo che evaporasse, rischiando tra l’altro di rovinare la carne) e il caramello all’inizio mi si era leggermente bruciato (se andate a vedere il post di Alessandra, nelle note c’è scritto che è una cosa da evitare accuratamente), ma mi sono dovuta ricredere appena l’ho portato in tavola perchè il vassoio è stato preso d’assalto dai miei “lupi” e io ho potuto assaggiare solo una piccola fetta! Un successone insomma e, a dispetto di quello che dice Alessandra, la carne non era per niente stoppacciosa nonostante non lo abbia potuto servire immediatamente: d’obbligo le foto prima, croce e delizia di ogni amico e parente di foodblogger!

La ricetta originale la trovate sul bellissimo blog di Alessandra. Io l’ho fatta pari pari apportando solo un paio di modifiche perchè all’ultimo mi sono accorta di non avere il Gran Marnier (e l’unica cosa che il marito è riucito a rimediare nel negozietto sottostante è stato il Cointreau) e la farina di riso. Mi sono voluta mettere alla prova facendo la “versione porca figura” e questa volta la fortuna ha premiato gli audaci, anche perchè alla fine il retrogusto di bruciato non si sentiva per niente!

Per Ale tantissimi auguLi e ora non rabbrividire con le mie modifiche!

Lonza_03

Ingredienti per 6 persone:

  • 800 g di lonza
  • 1600 ml di acqua fredda (io consiglio un quantitativo sufficiente a ricoprire la carne)
  • 3 cucchiai di zucchero di canna
  • un cucchiaino raso di sale fino
  • sale grosso
    per la salsa all’arancia e zenzero
    versione porca figura:
  • 2 cucchiai di fondo di cottura della carne
  • 1 cucchiaino da caffé di zenzero
  • il succo filtrato di un’arancia
  • 2 cucchiai di Gran Marnier (per me Cointreau)
  • 1 cucchiaio raso di farina di riso (per me Amido di Mais)
  • sale
  • scorza di arancia non trattata

Per la versione for Dummies consultare la ricetta originale.

Procedimento:

Prendete una casseruola piuttosto ampia, che contenga la lonza per intero: versate sul fondo lo zucchero, accendete il fuoco  a fiamma bassa  e fate caramellare: quando lo zucchero ha preso il colore di un caramello biondo (cioè si è sciolto completamente), sistemate nella pentola la lonza e copritela con tutta l’acqua, fredda. Aggiungete il sale fino e portate a bollore, a fiamma media. Poi abbassate il fuoco, coprite (io consiglio comunque di lasciarla scoperta trascorsa la prima mezz’ora per far si che possa evaporare) e proseguite la cottura fino a quando l’acqua si sarà quasi completamente ridotta e la carne sarà avvolta da un velo di caramello.

Per la salsa all’arancia, dovete procedere durante la cottura della carne, nelle fasi finali: appena il liquido di cottura inizia ad addensarsi in un caramello vischioso, prelevatene una piccola quantità (all’incirca, due cucchiai): versatelo in una padella, assieme al succo d’arancia e allo zenzero, mescolate e fate cuocere per un minuto. Sfumate con il Grand Marnier (o il Cointreau) e, in ultimo, fate addensare con la farina di riso (o amido di mais): in una tazzina da caffè, fate sciogliere la farina di riso (o amido di mais) in un cucchiaino di salsa (o di succo d’arancia): mescolate bene, aggiungete il composto al resto,abbassate la fiamma e fate addensare.

Cospargete il pezzo di carne con un pizzico di sale grosso e accompagnate con la salsa al caramello all’arancia.

Per le tips e tricks, assolutamente da non tralasciare per una buona riuscita di questo facile piatto, vi rimando al post di Alessandra.

Lonza_01

 

Tartufini al torrone

Tartufini al torrone_04

Nel post precedente vi ho parlato della festa del torrone che si terrà a Cremona dal 16 al 24 novembre e del fatto che quest’anno anche le foodblogger sono state invitate a partecipare all’evento inviando una loro ricetta a base di torrone. Se nel post precedente ho voluto dare la mia interpretazione di questo ingrediente in una ricetta  salata, questa volta ho voluto reinterpretarlo in un dolce. Di ricette di tartufini sul web se ne trovano milioni e non credo di aver inventato l’acqua calda se ho voluto inserire al loro interno il torrone, però non ho trovato nessuna versione che utilizzi il mascarpone. E quantunque esistesse già, vi invito comunque a diffidare di quelle ricette che utilizzano l’uovo crudo per due ragioni: la prima è che non è necessario a farle stare unite e la seconda, fondamentale, è che l’uovo crudo non va mai usato perchè potrebbe essere contaminato, in particolar modo da salmonella.

Tartufini al torrone_01

Ingredienti per circa 30 tartufini:

  • 100 g di mascarpone
  • 50 g di burro
  • 150 g di torrone alle mandorle Sperlari
  • 40 g di cacao amaro in polvere
  • 60 g di zucchero a velo
  • 2 cucchiai di brandy (facoltativo)
  • q.b.  di cocco grattugiato e/o granella di pistacchi e/o cacao in polvere, ecc.

Tartufini al torrone_02

Procedimento:

In un mixer tritare grossolanamente il torrone. Mescolarvi il cacao in polvere e lo zucchero a velo. Aggiungere quindi il burro e il brandy impastando fino a che il composto non diventa omogeneo. Unire in ultimo il mascarpone, mescolando ancora.

Porre questo composto in frigorifero per qualche ora affinchè diventi della consistenza giusta per essere lavorato.

Tartufini al torrone_03

Trascorso questo tempo, tirare fuori dal frigo e prelevare poco impasto alla volta che rotolerete nei palmi delle mani fino a formare delle palline che andranno passate nel cocco, nella granella di nocciole o nel cacao in  polvere. Disponete i tartufini nei pirottini di carta e poneteli di nuovo in frigo o, meglio ancora nel congelatore (la presenza dell’alcol non li farà indurire molto, ma attenzione che andranno comunque consumati entro pochi giorni). Tirateli fuori solo 5-10 minuti prima di servirli.

Tartufini al torrone_05

Insalata di gamberetti croccanti al torrone

Insalata di gamberetti_01

Anche quest’anno Cremona ospiterà la tradizionale festa del torrone. L’appuntamento è fissato per il 16 novembre fino al 24 e tanti sono gli eventi in programma tra cui alcuni laboratori anche per bambini e degustazioni. Molti gli espositori e la possibilità di visitare i luoghi della città solitamente chiusi al pubblico.

Quest’anno il tema che legherà tutta la manifestazione è la multimedialità, con l’intento di abbracciare non solo i golosi del mondo del dolce ma tutti quelli appassionati che utilizzano il web e le moderne tecnologie per essere costantemente al passo con i tempi. Pertanto, il programma verrà integrato con un portafoglio di iniziative e di incontri, che racconteranno il tema nelle sue diverse espressioni, nelle sue varie esperienze, legandolo alle diverse forme artistiche. Ecco perchè questa volta saranno protagonisti anche i foodblogger che Sperlari ha invitato a partecipare con una ricetta che abbia tra gli ingredienti principali il torrone. Quale invito migliore per una foodblogger, dal momento che questo ingrediente solitamente relegato al Natale insieme a  pandoro e panettoni, si presta invece alla realizzazione di ricetta tutto l’anno, sia ricette dolci che salate. E vi garantisco che una volta cominciato a sperimentare, non è più possibile fermarsi. Io per esempio non mi sono fermata alla ricetta che vi propongo quest’oggi, ma a seguire ne arriverà una seconda. Una salata e una dolce, per non far torto a nessuno. E se ancora aveste qualche dubbio, vi invito a partecipare alla festa a Cremona, dove sono sicura troverete molti spunti interessanti per degustare il vostro torrone.

La ricetta di oggi dunque è un’insalata di gamberetti con panatura al torrone. A mio avviso la panatura dolce si sposa benissimo con il sapore amarognolo della rucola che ben lo contrasta, e con il succo di limone che, oltre a sgrassare, dona anche una nota di freschezza.

Insalata di gamberetti_03

Ingredienti per un’insalata per 5 persone:

  • 300 g di gamberetti
  • 150 g di farina bianca
  • 1 uovo
  • 1 torrone Classico alla Mandorla Sperlari da 150 g
  • mezzo avocado
  • 3 cucchiai di olio EVO
  • il succo di mezzo limone
  • rucola
  • sale
  • olio di semi di arachidi q.b.

Procedimento:

Se avete scelto dei gamberetti surgelati lasciateli scongelare in frigorifero prima di cominciare la ricetta. Se necessario sgusciateli.

Se invece avete scelto gamberi freschi, sgusciateli e togliete loro il filo nero sul dorso.

Mettete in un piatto la farina, in uno sbattete l’uovo con un pizzico di sale, in un’altra ciotola mettete il torrone che avrete ridotto in polvere utilizzando un robot da cucina.

Mettere in un tegame l’olio di semi di girasole in quantitativo sufficiente affinchè una volta messi i gamberi a cuocere possano rimanere immersi.

Infarinare i gamberi nella farina, quindi passarli nell’uovo e infine nella polvere di torrone.

Friggere ogni gambero nell’olio di semi: fare molta attenzione perchè questa panatura tende a bruciarsi facilmente essendo zuccherina, quindi occorrerà davvero pochi minuti affinchè siano pronti. Quando saranno pronti, scolateli e metteteli su un foglio di carta assorbente mentre finirete di cuocere gli altri.

Lavate la rucola e disponetela in un piatto.

Lavate e sbucciate l’avocado. Tagliatelo a cubetti e mettetelo sopra la rucola. Adagiate sopra anche i gamberi.

Emulsionate l’olio di oliva extravergine con il limone e un pizzico di sale, quindi condite l’insalata pochi minuti prima di servirla a tavola.

Insalata di gamberetti_02

Torta cioccopere di Marco Bianchi

Cioccopere vegan_02

Da quando sono tornata a vivere con mia madre, anche la televisione è tornata nella mia vita: prima difficilmente l’accendevo essendo un’amante del silenzio, adesso invece è praticamente sempre accesa e, fortuna, che oltre a qualche odiosissimo format televisivo e qualche necessario telegiornale, ogni tanto capita di vedere qualche trasmissione dedicata al cibo. So già che ora qualcuno avrà da ridire che “La Prova del Cuoco” non è il non plus ultra delle trasmissioni dedicate alla cucina e che qualcuno invece osanna la Clerici, io invece mi limito ad osservare e a prendere qualche buono spunto qua e là, soprattutto da quest’anno che anche Marco Bianchi fa parte della squadra. Sapete che la cucina vegana, vegetariana o comunque salutista mi interessa molto e quando ho visto questa torta ho pensato che faceva proprio al caso mio perchè i miei figli l’avrebbero adorata per tutto il cioccolato presente e io non avrei dovuto dire loro che non contiene uova, burro ecc. ma anzi tutti ingredienti fondamentali per la nostra salute, compreso il cioccolato!!! Si fanno già abbastanza male da soli comprando merendine e succhi di frutta che ogni tanto bisogna che intervengo in maniera adeguata!

Questa torta Marco Bianchi l’ha preparata il giorno del suo compleanno e ora capisco perchè. Certo non è il caso di ricoprirla di panna montata, ma perchè non dividerla a metà, riempirla di marmellata e magari glassarla con altro cioccolato? Sarà la vostra sacher vegan!

Io invece ho applicato piccole varianti, diminuendo di 50 g il cioccolato fondente, utilizzando delle pere non sciroppate, motivo che mi ha portato anche ad aumentare lo zucchero di 30 g e diminuendo la cottura: 40 minuti sono sufficienti, almeno nel mio forno, 1 ora sarebbe stato troppo. E poi, non me ne voglia Marco, per esigenze fotografiche e solo per quelle, ho spolverizzato leggermente di zucchero a velo la torta.

Cioccopere vegan_01

Ingredienti per uno stampo di 24 cm di diametro:

  • 250 g di farina integrale
  • 80 g di mandorle tritate
  • 100 g di zucchero di canna (io ho utilizzato Moscobado)
  • 90 g di amido di frumento (frumina)
  • 1 bustina di lievito
  • 300 g di cioccolato amaro al 70%
  • 600 ml di latte di mandorle
  • 2 pere

Procedimento:

In una ciotola mescolare gli ingredienti secchi: farina, lievito, zucchero, frumina e mandorle tritate. Versare 1/4 di latte di mandorla.

Nel frattempo mettere a sciogliere il cioccolato tagliato a pezzetti in un pentolino sul fuoco insieme a 3/4 del latte di mandorla fino a completo scioglimento. Mescolare bene. Versare nella ciotola e mescolare molto bene. Sbucciare e tagliare a piccoli pezzi anche le pere. Unire anch’esse al resto e mescolare ancora.

Ricoprire uno stampo da dolci con della carta forno bagnata e strizzata e versarvi il composto. Cuocere in forno a 190°-200°C per circa 40 minuti. La prova stecchino è sempre valida anche se Marco ci dice che questo dolce è ancora più buono se all’interno rimane umido.

Niente da invidiare a quella tradizionale!